LA STORIA DELLA TANZANIA INIZIA CON LA STORIA DELL’UOMO E VICEVERSA

La storia umana inizia in questa meravigliosa terra: qui i primi ominidi hanno mosso i loro passi, lasciando impronte indelebili per milioni di anni nei sedimenti vulcanici. Nella profonda gola di Olduvai gli studiosi, in particolare i coniugi Leakey, hanno rinvenuto gli incredibili reperti paleontologici che hanno rivoluzionato le nostre conoscenze sull’evoluzione umana. Già bipedi, con posizione eretta, gli australopitechi hanno mosso da queste sconfinate lande i passi verso la conquista del pianeta.

Numerose le testimonianze anche lasciate dall’uomo moderno, homo sapiens. Presso il lago Natron, abbiamo le più numerose e antiche orme del suo passaggio, scolpito nella roccia vulcanica. Viveva di caccia e di raccolta di frutti, piante e radici. Intorno all’anno 1000 a.C. compaiono le prime tracce di insediamenti agricoli. Nel IV secolo d.C. alcune tribù Bantu iniziano a emigrare verso i nostri territori. Conoscevano semplici strumenti e forgiavano il ferro.

LA TANZANIA CROCEVIA DI POPOLI E MIGRAZIONI

Nel frattempo, le prove disponibili di altri siti archeologici e documenti storici attestano l’esistenza di numerose importanti ondate di migrazioni sul litorale della Tanzania nel corso dei millenni. La prima di queste probabilmente includeva commercianti di paesi come Grecia, Roma, Fenicia, Arabia, Persia e India, già a partire dal V secolo a.C.

Ma fu l’avvento degli Arabi nel VIII secolo d.C. che determinò un rapido cambiamento sia nei commerci, sia nelle strutture culturali e religiose. L’Islam divenne una religione conosciuta dalle popolazioni ed ancora oggi presente sul territorio.

Anche gli antenati del luminoso popolo dei Masai incominciarono dall’XI secolo a spostarsi dalla parte meridionale del Sudan verso i territori della Tanzania, perpetuando il flusso migratorio fino al XVIII secolo.

GLI EUROPEI NELLA STORIA DELLA TANZANIA

Il primo europeo “moderno” ad arrivare sulle coste della Tanzania fu il navigatore Vasco de Gama nel 1498. Iniziò così la dominazione portoghese sulle rive dell’Oceano che portò poi anche all’occupazione delle isole di Unguja (Zanzibar) e Pemba. Tutto terminò verso la fine XVII secolo con l’avvento degli Arabi provenienti dall’Oman e questo diede inizio alla terribile pratica del prelevamento degli schiavi in terra tanzaniana.

L’esplorazione dei territori interni della Tanzania iniziò da parte degli europei nel XIX secolo. In particolare nel 1840 due tedeschi, Krapf e Rebmann, arrivarono alle falde del Kilimangiaro, mentre gli inglesi Burton e Speke esplorarono il lago Tanganica. I primi missionari europei iniziarono la loro opera di evangelizzazione nella seconda metà dell’Ottocento e con loro i tedeschi, guidati da Karl Peters, che incominciarono a colonizzare la regione. Il trattato del 1890 tra Germania ed Inghilterra assegnò a quest’ultima Zanzibar e ai tedeschi la Tanzania continentale.

L’occupazione tedesca non fu ben voluta dalle tribù interne e provocò violente rivolte, tra cui la più importante fu quella dei Maji Maji.

Dopo la prima guerra mondiale subentrò la dominazione inglese che incrementò la produzione di cotone per l’esportazione.

LA TANZANIA NEGLI ULTIMI 100 ANNI

Dagli anni Trenta il popolo tanzaniano iniziò a prendere coscienza di se stesso e a organizzarsi, con la fondazione, a Dar es Salaam, dell’Associazione Africana. Nel 1941 i territori del Tanganica (Tanzania continentale) vengono posti sotto il patrocinio dell’ONU. Gli anni ’50 sono fondamentali per la costituzione di una nuova coscienza di popolo, grazie all’opera del “Maestro” Nyerere. L’indipendenza venne raggiunta nel 1961, con il riconoscimento da parte dell’ONU e l’ingresso nel Commonwealth. Il 26 aprile 1964 Tanganica e Zanzibar vengono unificati con la proclamazione della Repubblica Unita di Tanzania, sotto la presidenza di Julius Nyerere, che adottò una politica sociale ed economica basata sui principi del socialismo. Nel 1968 lo swahili diventò la lingua ufficiale della repubblica.

Nel 1985 venne eletto presidente Muinyi, che aveva visioni più liberali in politica economica e che aprì gli scambi al commercio con l’estero. Nel 1992 la Tanzania divenne una democrazia con più partiti politici; nel 1995 venne eletto presidente Beniamin Mkaga e poi nel 2005 Jakaya Kikweta. Dal 1996 la capitale è Dodoma, anche se il trasferimento da Dar Es Salaam delle strutture governative è stato alquanto laborioso e solo parzialmente completato.

LA TANZANIA OGGI

Il presidente John Magufuli, eletto nel 2015 e recentemente scomparso (17 marzo 2021), si è impegnato nella  lotta alla corruzione e per lo sviluppo del turismo e della industrializzazione, realizzando, nel contempo, grandi lavori pubblici (trasporti e comunicazioni). L’attuale presidente è Samia Suhulu Hassan, detta “Mama Samia” in segno di rispetto, prima donna presidente con poteri di governo in Africa e tra le poche nel mondo.

Il giorno di festa nazionale della Tanzania (Union Day) è il 26 aprile, a ricordo dell’unificazione avvenuta nel 1964 tra Zanzibar e i territori del continente.

*Image by Chickenonline

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